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giovedì, Novembre 21, 2024

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Cellulite: combatterla con la Carbossiterapia

La cellulite o adiposità localizzata, in gergo medico, è una condizione che si manifesta a livello del tessuto sottocutaneo. Si tratta di una disfunzione del metabolismo localizzato, il quale causa l’ingrossamento delle cellule adipose. Negli spazi intercellulari si crea una ritenzione idrica; questa combinazione è visibile all’esterno sotto forma di inestetismo, comunemente noto come “a buccia d’arancia“. Oggi tratteremo, quindi questo tema. Cellulite: combatterla con la Carbossiterapia.

Anni di lotta contro l’antagonista per eccellenza del sesso femminile non hanno portato grandi risultati. Indubbiamente ogni donna avrà provato a contrastarla adottando uno stile di vita sano, curando l’alimentazione, incrementando l’attività sportiva, sottoponendosi a una miriade di trattamenti mirati e creme dei più disparati brand, eppure la cellulite è rimasta lì. 
Tecnologia e scienza sono in continua evoluzione e hanno la risposta a questo dilemma: la carbossiterapia.

Di cosa si tratta?

La carbossiterapia è una delle tecniche più utilizzate nella medicina estetica per correggere cellulite, smagliature, cicatrici, segni del tempo e non solo; il suo utilizzo è fondamentale anche nella medicina vascolare, dermatologica e ginecologica.
Per carbossiterapia si intende la somministrazione per via sottocutanea di una quantità di anidride carbonica in stato gassoso, a livello del deficit da trattare. I risultati sono visibili al termine della seconda seduta, più o meno duraturi ma predilitti nel campo estetico dai non amanti della chirurgia. 

Viene naturale associare la carbossiterapia a un ausilio della medicina moderna ma non è così. L’utilizzo di gas per trattare disparate patologie risale agli anni ’30.
In particolare, l’uso di CO2 era consuetudine presso la stazione termale francese, nel comune di Royat. Qui, gran parte dei disturbi vascolari veniva curata con delle iniezioni sottocutanee a base di anidride carbonica. Innumerevoli furono le guarigioni, tanto da istigare numerosi studi clinici che hanno confermato la validità della tecnica e sono in continua crescita. In Italia la carbossiterapia vanta un’ascesa trentennale.
Ad oggi, è il metodo più utilizzato nella medicina estetica.

Come funziona la carbossiterapia?

Il trattamento da carbossiterapia avviene prelevando l’anidride carbonica direttamente da un apposito macchinario, mediante tubi sterili che terminano con aghi sottili, fondamentali per trattattare adeguatamente la zona. Naturalmente la quantità di gas erogato è controllata dal medico e regolata tramite un flussimetro.
La carbossiterapia è una tecnica poco invasiva, tuttavia è possibile applicare un anestico locale nei soggetti ipersensibili che potrebbero accusare fastidio o dolore.
La zona sarà addormentata per un tempo circoscritto alla seduta; a fine trattamento si potrà tornare a svolgere le normali attività quotidiane.

Cellulite e Carbossiterapia

La carbossiterapia è uno dei migliori trattamenti locali, per combattere la cellulite. 
La sua efficacia risiede nel gas iniettato (CO2), vasodilatatore per eccellenza, capace di riattivare il microcircolo, favorendo l’afflusso di ossigeno nelle cellule ingrandite. Nel dettaglio, l’afflusso di sangue ha un impatto positivo anche sulle cellule muscolari presenti a livello degli sfinteri capillari ma non solo. L’anidride carbonica, a contatto col tessuto adiposo, stimola un enzima atto all’idrolizzazione dei trigliceridi. Ciò significa che non solo il “grasso” verrà eliminato, ma con esso anche una buona quantità di acidi grassi e glicerolo, nemici per eccellenza della salute cardiovascolare.

Per un trattamento adeguato della cellulite è opportuno calcolare tre sedute di circa 30 minuti l’una, tuttavia si deve tener conto della gravità dell’inestetismo.
I risultati son quasi immediati ma la loro durata è temporanea, pur essendo soggettiva, pertanto si consiglia di sottoporsi a sedute di mantenimento, laddove ricompaiano i primi segni.

Cellulite e Carbossiterapia

Quali sono i rischi?

Sebbene si tratti di una tecnica altamente utilizzata, la carbossiterapia non può essere espletata su donne in gravidanza e soggetti affetti da anemia, problemi cardiovascolari, respiratori o renali; eccetto sotto consenso medico.
Per quanto riguarda la tecnica stessa, l’idea di anidride carbonica da iniettare nel corpo lascia spazio a qualche perplessità ma non vi è alcun rischio. La CO2 viene smaltita in modo fisiologico mediante processi endogeni dell’organismo, pertanto, nelle quantità somministrate implica solo benefici. Tuttavia a fine trattamento potreste accusare una sensazione di indolenzimento (passeggera) o la comparsa di piccole ecchimosi.

Possiamo affermare con sicurezza che la carbossiterapia è un’ottima tecnica nel trattamento, nonché miglioramento radicale di aree caratterizzate da cellulite, inestetismi, deficit vascolari e altre condizioni, ma è imprescindibile rivolgersi esclusivamente a professionisti, poiché manovre inconsuete o nella peggiore delle ipotesi, un eccesso di anidride carbonica iniettata potrebbero avere effetti collaterali gravi.

È preferibile associarvi uno stile di vita sano: più acqua, frutta e verdura ma soprattutto più sport, complice nel mantenimento dei parametri ottimali dei valori del sangue, nonché stimolo di una serie di ormoni e ossigeno. Lo sport è uno dei fattori principali atti al raggiungimento del benessere psicofisico.

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