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Sindrome del tunnel carpale: sintomi, diagnosi e trattamento

Sindrome del tunnel carpale (STC)

La sindrome del tunnel carpale è un disturbo che si manifesta causando dolore e formicolio alla mano. É una patologia ben nota e diffusa, specie tra le persone aventi più di 40/45 anni, che hanno una certa tendenza nel ripetere determinate azioni deleterie.

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica, in altre parole consiste nella compressione in particolare di un nervo. Le cause possono essere tante e varie, al contrario dei sintomi che, il più delle volte, sono abbastanza molesti e facilmente riconoscibili.

Quando si presenta questa sindrome?

La sindrome del tunnel carpale si presenta nel momento in cui il nervo mediano subisce una compressione in conseguenza di un aumento di pressione. Quest’ultima, può essere causata, in contemporanea, da svariati fattori.

Quando lo spazio carpale non è sufficientemente largo, si ha un aumento della tensione e della compressione del nervo mediano. Ciò comporta una diminuzione del flusso ematico che, a sua volta, “rallenta” la conduzione nervosa.

Di conseguenza, il nervo non è più in grado di svolgere le sue normali funzioni (sia di movimento che di sensibilità) e il paziente inizierà ad avvertire una serie di disturbi.

Cerchiamo di scoprire qualcosa di più!

Possibili cause e sintomi della patologia

Questa patologia, molto spesso è causata da mansioni lavorative che necessitano uno sforzo continuo del polso o l’utilizzo di strumenti a vibrazione. Ma può anche essere causata dall’artrite al polso, dal diabete, per eventuali problemi alla tiroide ed infine, lo elenchiamo come un disturbo che può comunemente comparire anche in gravidanza.

I sintomi della sindrome del tunnel carpale generalmente si manifestano in modo graduale e sono:

• dolore al polso e sensazione di bruciore;

• formicolio alle dita delle mani (pollice, indice e medio). Talvolta anche dell’anulare;

• intorpidimento delle medesime dita e iduzione o perdita di sensibilità a livello dei polpastrelli.

Nelle forme avanzate, l’insieme dei sintomi causa difficoltà nell’opporre il pollice alle altre dita e una perdita di forza che portano all’incapacità di afferrare saldamente o tenere in mano gli oggetti.

Alcuni soggetti affetti da tale sindrome, sostengono di sentire le dita “fuori uso” e gonfie, malgrado sia solo un accenno. Sovente, i primi sintomi si manifestano in una o in entrambe le mani durante le ore di sonno, dal momento che la stragrande maggioranza delle persone dorme con i polsi piegati. Chi soffre del disturbo in questione, al momento del risveglio, avverte la necessità di rilassare le mani o i polsi.

Qualora ci fosse un peggioramento dei sintomi, è altamente probabile che il soggetto inizi ad avvertire un fastidioso formicolio durante tutto l’arco della giornata. Di conseguenza, dal momento che inizia è “a corto” di forza muscolare, potrebbe non riuscire a chiudere le mani a pugno, afferrare gli oggetti o svolgere altre attività manuali.

Nei pazienti cronici, l’eminenza può risultare danneggiata per sempre. In alcuni casi, le persone sono addirittura affette da “insensibilità congenita al dolore con anidrosi“, in altre parole, non sono più in grado di avvertire al tatto il dolore, il calore e il freddo.

Eventuali complicazioni

Se la sindrome del tunnel carpale (ovvero la STC) viene trascurata, i sintomi ovviamente tendono a peggiorare nel tempo e le lesioni al nervo mediano possono diventare persistenti. Nel prossimo paragrafo, andremo a vedere come si fa la diagnosi.

Diagnosi della STC?

Eseguire una corretta diagnosi è fondamentale, al fine di trovare la giusta cura. Non basta diagnosticare la patologia, bisogna scoprirne le cause.

In genere, per individuare la sindrome del tunnel carpale, è sufficiente fare un’attenta valutazione obiettiva. Il fisioterapista o l’ortopedico fanno la cosiddetta “anamnesi”, ossia “accedono” alla storia clinica del paziente (tramite referti, prescrizioni, ecc.) e determinano un quadro clinico, tramite un esame fisico-osservazionale.

Vi sono diversi test funzionali atti a riconoscere la sindrome del tunnel carpale e a distinguerla così da altri disturbi: ad esempio il test di compressione, il test di elevazione e il Modified Phalen Test.
Parliamo di normalissimi test di valutazione che il soggetto è tenuto ad eseguire, senza l’utilizzo di alcuna particolare strumentazione.

Nel caso in cui il medico esaminatore dovesse nutrire qualche dubbio, prima di procedere con un’operazione, lo specialista può eseguire un esame neurofisiologico conosciuto come “elettromiografia“.

Mentre i raggi X, la risonanza magnetica o l’ecografia, talvolta possono aiutare a scoprire il/i motivo/i per cui il nervo è compresso.

Una volta fatta la diagnosi si elabora un piano di trattamento, con l’obiettivo di condurre il paziente verso la via della guarigione.

STC: trattamento e cura

La sindrome del tunnel carpale si può curare tramite:

  1. Il trattamento fisioterapico;
  2. L’intervento chirurgico.

Solitamente, se il disturbo è lieve o moderato, il trattamento più consigliato è la fisioterapia. In genere, la terapia è basata su un “approccio multimodale” e il professionista, può intervenire utilizzando la laserterapia per alleviare il dolore e l’infiammazione. Mentre, per facilitare lo scorrimento dei tendini e del tessuto nervoso, per la mobilizzazione delle ossa carpali e dei tessuti molli, il trattamento ideale è la terapia manuale.

A questo proposito, anche il kinesio-taping può aiutare a migliorare tale patologia ed è spesso usato dai terapeuti.

Inoltre, se la sindrome del tunnel carpale è causata dal lavoro, il professionista insegnerà al paziente dei semplici esercizi da svolgere a casa, per alleviare i sintomi.

Il trattamento fisioterapico include anche l’assunzione dei farmaci per via orale (che possono dare immediatamente sollievo ma non risolvono il problema) e varie infiltrazioni.

Quando la situazione è sin da subito complessa o quando il trattamento fisioterapico non risulta efficace, il professionista consiglierà sicuramente l’intervento chirurgico, che è semplice e poco invasivo. Dopo l’intervento le recidive sono davvero rare, a patto che la riabilitazione post-intervento, che è fondamentale per consolidarne la riuscita, venga eseguita bene.

Come alleviare il dolore?

Se la zona interessata è infiammata e gonfia, è possibile applicare del ghiaccio sulla mano per 15 minuti, più volte al giorno o assumere degli antidolorifici.
Il medico specialista potrà fare delle iniezioni di cortisone direttamente sul polso, in modo da ridurre la compressione del nervo mediano. In alternativa (previo parere medico), è possibile rivolgersi al proprio fisioterapista per iniziare le sedute di fisioterapia o per un intervento chirurgico.

Ergonomia: l’importanza di lavorare in un ambiente sicuro

Sul luogo di lavoro, i dipendenti possono eseguire piccoli esercizi fisici, praticare esercizi di allungamento muscolare per tutto il corpo, fare delle pause, indossare stecche per i polsi, adottare una postura corretta e indossare guanti senza dita.

Le postazioni, insieme a tutto l’insieme di attrezzature, possono essere ridisegnate in modo tale da permettere al polso del lavoratore di tenere una posizione naturale durante l’orario lavoro.

I titolari possono sviluppare programmi di ergonomia, in modo da permettere ai dipendenti, di lavorare in un spazio sano e confortevole.

Conclusione

Questa patologia, ovvero la sindrome del tunnel carpale, come si può notare, comporta la presenza di sintomi che possono portare a tantissimi problemi nelle attività di ogni giorno e quindi, anche al lavoro. Pertanto, è necessario rivolgersi immediatamente ad un professionista del settore, che saprà senz’altro valutare la situazione.

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